Festival di musica antica
Festival de musique ancienne
Deuxième édition du festival a Manduria avec l'ensemble Orfeo Futuro. Le 29 décembre 2024 et les 2, 3 et 4 janvier 2025
Il programma 2025
Carmela Osato e Angelica Disanto | soprano
Antonia Salzano | alto
Giovanni Rota e Simona Pentassuglia | violino barocco
Valerio Latartara l violino e viola da braccio
Gioacchino De Padova | viola da gamba
Silvia De Rosso | violone
Gabriele Natilla | arciliuto e chitarra barocca
Giuseppe Petrella | tiorba
Pierfrancesco Borrelli e Michele Visaggi | organo e cembalo
1/CANTATA PASTORALE
In Nativitate domini/29 dicembre
La suggestione della «notte del Santo Natale» disegna un itinerario mistico che coinvolge non solo i palazzi, oratori, congregazioni, conservatori, collegi, conventi, chiese, confraternite delle istituzioni napoletane ma anche quelle delle principali corti europee. Una lunga e radicata tradizione, già a partire dal XVII secolo, che si rinnova attraverso una copiosa produzione musicale al servizio di sontuosi uffici sacri.
Ovunque «Sceltissime voci, e istrumenti» concorrono a magnificare e lodare, con musiche “nuovissime” scaturite dalle fluenti penne dei maggiori compositori, le venerabili date di un annuario festivo circoscritto, anche, alla realtàÌ€ delle singole zone territoriali. Intorno alla nascita del Messia si concentrano non pochi sforzi da parte di quelle istituzioni religiose che intendono sottolineare con magnificenza l’evento allestendo stupefacenti macchine presepiali e organizzando uffici di notevole ricercatezza finalizzati a coinvolgere gli attoniti fedeli.
Le chiese di tutta Europa e di qualsiasi confessione provvedono a una capillare catechesi attraverso linguaggi e stili idonei a “commuovere” e “muovere agli affetti” gli astanti che sollecitati dai codici più consoni si sentono invasi da una spiritualità paradisiaca, toccando in tal modo i cuori dell’intera umanità con quella “tenerezza” propria destata dalla umile iconografia della celestiale natività.
Non c’è maestro di cappella che non si sia cimentato con musiche destinate ai servizi del Natale ricorrendo a tutti quei modelli stilistici e formali in voga senza dimenticare quell’allure timbrica e strutturale apportatrice di chiare ascendenze pastorali. Ritmi ternari, andamenti lenti e legati, melodie semplici e idilliache contraddistinguono un repertorio che ancora oggi suggestiona gli ascoltatori di qualsiasi latitudine conducendoci idealmente ad abitare i colorati percorsi presepiali battuti da avi che non disdegnavano di affollare, “oleograficamente”, la Betlemme “immaginaria”.
2/LUX FORTUNAE
Mottetti ed arie per Cielo, per Mondo e per Bellezza/2 gennaio
Filippo II Borbone-D’Orléans, nipote di Luigi XIV, è il dedicatario dei Mottetti ad una e più voci con sinfonia di Giovanni Antonio Guido, pubblicati a Parigi nel 1707 per i tipi di Henry de Baussen, tenore e stampatore di musica, con privilegio reale. Il famoso Duca d’Orleans (poi Reggente dal 1715 al 1723) fu valente nelle armi, collezionista di capolavori d’arte, amante del lusso, ateo, promotore del neotemplarismo e dedito all’occultismo. Nonostante queste caratteristiche, l’adesione politica e familiare al cattolicesimo fu scontata, permeando i suoi ascolti e, soprattutto, il repertorio sacro delle cappelle musicali a suo servizio, pur con un vocabolario stilistico volto al gusto moderno.
Il violinista di scuola napoletana Giovanni Antonio Guido gli dedica, come propria Opera prima, una raffinata silloge di sei mottetti solistici a una o a due voci con strumenti (“con sinfonia"), variegata per affetti musicali, ricca di intense suggestioni testuali cavate dal patrimonio biblico, agiografico, mariano.
Testimoniandoci l’avvenuta e gradita esecuzione che, come spesso avviene, anticipa il sostegno a una pubblicazione, così si rivolge Guido a Filippo: “Lei [..] non disdegnerà fissare i suoi regii sguardi su questi fogli canori, il concento dei quali ha avuto altre volte l’onore di essere da V.A.R. con aggradimento ascoltato”.
Accorta è la scelta, assai italiana, della forma musicale che riveste il vetusto genere cattolico del mottetto: il mottetto latino sposa qui le intenzioni del Belcanto e la predilezione di un espansivo stile concertato, a discapito della severa polifonia palestriniana e di una raccolta spiritualità. (Annamaria Bonsante)
Intorno all’opera di Guido, un mottetto e due sonate strumentali, si impernia il programma di Lux Fortunae.
3/SCHIETTO COME PERLA
Il Seicento negli strumenti a pizzico in Italia, Spagna, Francia/3 gennaio
In uno dei periodi più fertili e innovativi nella storia della musica occidentale come il Seicento, gli strumenti a pizzico hanno svolto un ruolo centrale, offrendo possibilità timbriche, ritmiche ed espressive che hanno influenzato sia la musica sacra che quella profana.
Se il liuto ha dominato il Rinascimento come accompagnatore della voce e per la riduzione delle composizioni polifoniche vocali, è all’alba del nuovo secolo diciassettesimo che appaiono le più vistose evoluzioni in questa famiglia di strumenti. Le esigenze delle Nuove Musiche (la Seconda Pratica, la melodia accompagnata) impongono ai liuti un’estensione verso il registro grave, e quindi doppi manici per accogliere corde lunghe.
I maestri liutai vengono sollecitati con le richieste più bislacche e pian piano le forme degli strumenti si assestano. Fra gli altri vedono la luce l’arciliuto, evoluzione del liuto rinascimentale); la tiorba, il più grave della famiglia dei liuti; la chitarra a cinque cori, derivata da quella a quattro cori del Rinascimento e precedente quella a sei corde semplici dell’ottocento.
Sono gli strumenti di questo concerto che esplorano, come conviene alle corde pizzicate, le ricche tradizioni musicali di tre grandi scuole europee: l’Italia, culla del Barocco, dove la sperimentazione e l’estro melodico raggiungono il loro apice; la Francia, con la sua raffinata estetica cortigiana e il gusto per le ornamentazioni elaborate; e la Spagna, patria di danze energiche e appassionate che si riflettono in una musica dal carattere profondamente ritmico.
Attraverso questo programma, avrete l’opportunità di scoprire o riascoltare un mondo sonoro antico ed incredibilmente vivo, capace di parlare (a mezza voce!) ancora oggi con immediatezza attraverso l’intimo rapporto del musicista con questi strumenti, le cui corde cominciano laddove finiscono le dita.
“Dico dunque, che fra le parti principali le quali si ricercano al buon suonatore, l’una, e molto importante è il suonare netto e polito; di maniera che ogni minimo tocco di corda sia schietto, come perla, e chi non tocca in questa maniera è poco da stimarsi. E certamente grande diligenza conviene usarsi per suonare così, e in particolare in Francia, dove non si stima alcuno, il quale non suoni netto e delicato.”
(Alessandro Piccinini, Intavolatura di liuto et di chitarrone/Libro Primo, Bologna 1623)
4/SCHERZI MUSICALI ALLA NAPOLITANA
I tre violini e gli strumenti di fondamento/4 gennaio
La predilezione per una scrittura contrappuntistica eÌ€ uno dei tratti caratterizzanti la sonata strumentale di scuola napoletana all’inizio del XVIII secolo. La preferenza per una scrittura a quattro parti con le tre parti acute determina la popolaritaÌ€ di un tipo specico di Sonata, quella per tre violini e continuo. Anche se abbiamo testimonianze manoscritte precedenti, questo organico viene alla luce per la prima volta con le Sonate a quattro di G.A. Avitrano pubblicate a Napoli nel 1713. Una scelta strumentale non certo unica ma assai poco testimoniata nelle stampe sino a quell’epoca. La particolaritaÌ€ e il signicato della scelta eÌ€ esplicitata da Avitrano nella sua prefazione in polemica con la situazione minoritaria a Napoli della musica strumentale verso la dominante produzione operistica.
“..io per me ho sempre giudicato questa medesima musica istrumentale, quale oggi tra noi si trova esser libera di molti difetti, che alle voci umane, per varij accidenti, alteranti gli organi, possono avvenire e per conseguenza essere piuÌ€ atta a partorire una perfetta armonia, e tutti quegli effetti che dall’armonia perfetta derivano; e cioÌ€ principalmte in quella che dipende dagli stromenti da Arco; poiché questi potendo or piano or forte toccarsi, e sostenere l'intero valor delle note, han tutti i vantaggi della voce umana; e di piuÌ€ la superano nella velocitaÌ€ e nel poter dividere il tuono in come e piuÌ€ altre...
“...altre volte io ho composto e dato fuori in luce alcune Sonate a due Violini ...Ed ora conoscendo apertamente la perfetta armonia consistere nella composizione di quattro parti, ho voluto far pruova di me medesimo in facendo a tre Violini queste...
L’evoluzione della sonata a quattro parti, a tre violini e basso continuo porteraÌ€ nel tempo, sviluppandosi, al quartetto.
La chiesa dell'Immacolata
Caro pubblico, ritorna con entusiasmo il festival musicale d’inverno. Sempre a mezza voce, quella adatta a pronunciare cose belle. Il programma sarà ancora più variato ed ancora più musicisti ci raggiungeranno. I momenti passati insieme lo scorso anno ci inducono a credere che la scommessa è stata vinta. Il successo e l’accoglienza che Manduria ha offerto ci hanno scaldato il cuore. Perciò oltre ai tre concerti di gennaio nel prezioso scrigno chiesa dell’Immacolata, abbiamo pensato ad un regalo di Natale: una grande Cantata Pastorale, prima della fine del vecchio anno. Forse quello nuovo non risolverà tutto, ma almeno in principio sarà la bellezza.
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Gabriele Natilla, direttore artistico.
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​LE VOCI DEL LEGNO
La liuteria d’arte di Antonio Dattis
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Esposizione di strumenti musicali
dal 28 dicembre al 6 gennaio
Chiesa di San Leonardo - Corso XX Settembre